Da tempo sento la necessità di fotografare ciò che di più puro, vero, autentico, possiede l'uomo.
Se stesso.
Se stesso nella sua ordinarietà, nei suoi pregi e difetti, nella sua vita fatta di errori, sconfitte, vittorie, gioie e dolori.
La vita stessa che prende forma in ogni singolo essere umano.
In questo piccolo spazio, tutto mio, voglio raccontarvi della normalità.
Nessun supereroe, nessun influencer, nessuno specialista in nessun settore. Nessun fenomeno.
Voglio raccontarvi l'essenza dell'Anima.
Essentia Animae
Il progetto è lungo e per me anche pieno di emozioni contrastanti, seduta accanto a quelle persone normali, ma posso assicurarvi uniche, che hanno voglia di raccontarsi, ascolterò la loro vita, ciò di cui hanno voglia e necessità di narrare.
Storie di vita vera, di amore, di dolori e di felicità o di infelicità.
Con loro riderò e piangerò.
E scatterò una foto, non saremo più fotografo e fotografato, saremo una connessione di anime.
Il risultato stesso sarà una fotografia dell'anima e non della persona nella sua fisicità.
Entrando in punta di piedi nella loro essenza.
Antonella Cilìa
Martha, come un tulipano
Avete presente i tulipani? Con il loro stelo lungo e sottile, cosi fragile da sembrare di potersi spezzare con una piccola folata di vento. Cosi delicato di fronte alle intemperie.
Quando ho visto Martha, ancora prima che mi raccontasse la sua storia, in lei ho rivisto un fiore. Quello stelo delicato, che fragile eppure forte, sorregge la corolla e tutto il suo profumo. Sorregge la vita.
Non amo raccontare le "mie" storie nel dettaglio, mi piace interiorizzarle e quando, mi avvolgono l'anima, reinterpretarle.
Allora voglio parlarvi di Martha come si parla dei fiori. Con delicatezza.
Il tulipano è un bellissimo fiore di origine orientale, possiede 6 petali... 6 come gli aborti spontanei che ha avuto Martha, dopo tanti tentativi, insieme al suo compagno Michele , di avere un secondo bambino, dopo Gioele.
Una malattia insidiosa e ancora molto sottovalutata, colpiva Martha, l'endometriosi, e quando arriva la diagnosi è già di 4° livello.
Si devono asportare utero, tube e una porzione di intestino.
Martha e la sua famiglia, accettano tutto questo e sono pronti ad affrontarlo insieme.
Ma qualcosa si intromette tra Martha e l'operazione, qualcosa di invisibile.
Ecco che a marzo del 2020 scoppia la Pandemia, proprio nel mese in cui doveva affrontare l'intervento.
I medici, e tutta la sanità italiana, ritengono che i dolori e la malattia di Martha siano secondari, possono aspettare. C'è una influenza mondiale che ha la priorità.
Cosi Martha viene messa da parte, abbandonata dalle istituzioni, dai medici. Non può effettuare l'operazione , non può neanche entrare in ospedale. Deve rimanere a casa a soffrire, senza nessun aiuto medico.
Abbandonata a se stessa, in Martha comincia ad insinuarsi la paura, paura di non poter fare l'operazione, di rischiare di morire, come è successo ad altre donne affette da endometriosi.
Ogni giorno che passa il terrore la avvolge sempre di più, attacchi di panico e ansia la devastano, chiama medici e ospedale, ma nessuno la aiuta. La crisi della pandemia ha priorità sulla vita stessa.
Tra le aderenze intestinali, i dolori e il fango biliare, Martha smette di nutrirsi. Non riesce più a mangiare.
A nulla valgono le tante visite private a cui si è sottoposta e l'amore della sua famiglia, la paura ormai si è completamente impossessata di lei. In pochissimo tempo perde decine di chili e a novembre 2020 arriva a pesare 26 kg.
Un peso talmente irrisorio per un corpo, che la costringe sulla sedia a rotelle, non riesce più a camminare, non riesce può a cibarsi e a muoversi.
Tra sarcopenia muscolare e problemi linfatici che le fanno gonfiare le gambe, ormai Martha è piena di dolori e immobile.
Immagino questo tulipano affrontare la tempesta, tremare tra vento e pioggia... fino a piegarsi.
...una sera che è a tavola con la sua famiglia, Martha collassa. E' marzo del 2021, ormai stremata chiude gli occhi, senza forze.
Ma succede qualcosa.
Martha vede il nonno, morto solo qualche settimana prima, che le dà un colpo sulla schiena e la spinge via, lei si sveglia, riprende i sensi. Il giorno dopo ha la schiena piena di lividi, proprio in quel punto in cui il nonno l'ha spinta via.
Da quel momento in Martha qualcosa è cambiato, ha voglia di combattere, di rinascere, di affrontare le sue paure e vincerle.
Ad aprile (solo un mese dopo) riesce, sorretta da Michele, a camminare su un campo di tulipani gialli, quelli che da quando si è svegliata dal collasso, non fa che vedere ovunque.
Il tulipano giallo è simbolo di amore vero.
L'amore di Martha per la vita!
Cosi quel fiore, dallo stelo sottile e fragile, piano piano si rialza, e con le sue forze affronta le intemperie.
Martha, al momento, non può essere operata, adesso pesa 35 kg e per affrontare un'operazione di 8-9 ore deve pesarne almeno 48.
La strada è lunga, ma come un fiore ormai Martha sta sbocciando verso la sua rinascita.
“Un tulipano non combatte per impressionare nessuno. Non combatte per essere come una rosa. Non ne ha bisogno perchè è diverso.“
Cosi recita una citazione e Martha è diversa ora, Martha profuma di vita.
Antonella Cilìa
Grazie a Omar Ledda per le fotografie.
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